Banconote segnate, scrivere sulla cartamoneta è un reato: ecco come sostituire quelle scarabocchiate ed evitare problemi

Pubblicato il: 22/09/2024

Chiunque, almeno una volta nella vita, avrà maneggiato una banconota con qualche scarabocchio, disegnino o parola scritta a penna. È sempre una noia scoprire o accorgersi di averne una nel portafoglio, perché può facilmente scaturire il dubbio che un negoziante non la accetti per i pagamenti, con il collegato rischio di perdita del valore nominale.

Al contempo alcune domande potrebbero sorgere spontanee: quando è reato scrivere sulla cartamoneta? Ci sono rischi per l'autore di segni che, in qualche modo, alterano l'aspetto originario dello strumento di pagamento? E le banconote pasticciate possono essere ritirate e sostituite?

Ebbene, per fare chiarezza su queste ricorrenti questioni è necessario fare un salto indietro nel tempo. Più di vent'anni fa, il 20 marzo 2003, la Banca Centrale Europea – BCE prese posizione con una circolare che affrontava proprio il tema delle banconote "pasticciate" con pennarelli, evidenziatori e quant'altro.

Nel documento l'organo comunitario distingueva due diverse situazioni, in relazione alle dimensioni dei segni o scritte impressi:

  • in caso di scarabocchi, numeri, annotazioni o danneggiamenti di ridotte dimensioni, le filiali della Banca d'Italia e delle altre banche sono tenute – su richiesta – a effettuare il cambio di banconote con altre integre dello stesso taglio, sempre che colui che lo vuole sia in buona fede e quindi non sia palesemente l'autore dei segni;
  • in caso invece di estesi scarabocchi o danneggiamenti molto evidenti, la filiale bancaria potrebbe legittimamente opporsi al ritiro e sostituzione della cartamoneta. Il rischio di perdita del valore nominale sarebbe quindi assai concreto.
Non ci sono criteri-guida nella valutazione dello stato della banconota. Perciò a decidere sarà di volta in volta il personale della banca, discrezionalmente.

Non a caso, la legge non impedisce al negoziante di rifiutare banconote alterate, riportanti scritte o con danneggiamenti, per non correre il pericolo di veder ritirato il denaro per perdita di validità – e senza ottenere in cambio una banconota dello stesso valore. In termini un po' più tecnici, il creditore non è quindi obbligato ad accollarsi il rischio di un possibile rifiuto, da parte delle autorità, della sostituzione della cartamoneta.

Altra questione è quella relativa ad una eventuale responsabilità dell'autore delle scritte. Al di là del gesto in sé, che denota uno scarso senso civico, in linea generale le legge oggi non dispone alcuna sanzione per chi immette segni di vario tipo sulla cartamoneta. In altre parole, scrivere sulle banconote è possibile e non punibile penalmente.

Ma attenzione, perché il reato può scaturire in relazione ai segni scritti dall'autore dell'alterazione. Basti pensare, ad esempio, al caso di chi scrive frasi contro una certa etnia, rendendosi responsabile dell'illecito penale della propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione, oppure a chi – per vendetta o ritorsione – pubblica i dati personali di qualcuno, scrivendo ad esempio il suo numero di cellulare o il suo indirizzo di casa. Quest'ultimo potrà essere chiamato a rispondere di diffamazione.

Concludendo, anche laddove la scritta sia contraria alla legge, permarrà la possibilità di ottenere la sostituzione della banconota, sempre a patto che il possessore non sia palesemente l’autore della scritta, e quest'ultima sia di scarse dimensioni.


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