Pubblicato il: 28/08/2024
Labuso dei permessi della Legge 104 può legittimare il licenziamento del dipendente da parte del datore di lavoro.
Quando si parla di abuso, si fa riferimento a un utilizzo improprio del beneficio.
Però, ci sono casi in cui non cè labuso e, quindi, il datore di lavoro non può licenziare.
Largomento è molto interessante poiché, se un licenziamento viene considerato illegittimo (perché manca la giusta causa o il giustificato motivo), ci sono conseguenze per il datore di lavoro.
Il tema è stato affrontato dalla Sezione Lavoro del Tribunale di Ascoli Piceno con la sentenza n. 311 del 2023, la quale ha precisato quando la condotta del lavoratore possa considerarsi lecita e quando, al contrario, illecita e soggetta a sanzioni (come, appunto, il licenziamento).
La vicenda esaminata dal Tribunale riguardava una dipendente a cui veniva contestato, nella lettera di licenziamento, un utilizzo improprio dei permessi 104 per essersi dedicata allassistenza della madre disabile solo per pochissime ore nei giorni oggetto di permesso.
Dunque, in quali situazioni non scatta labuso dei permessi con Legge 104?
In generale, come precisato dal comma 3 dellart. 33 della legge 104, si ha diritto a usufruire dei permessi retribuiti per assistere un congiunto con disabilità grave, che non sia ricoverato a tempo pieno.
Quindi, in quali casi non si può parlare di abuso?
Secondo il Tribunale, i tempi e i modi dellassistenza, che legittimano il permesso retribuito (e, quindi, lassenza dal lavoro), devono essere individuati alla luce della finalità per cui tale beneficio viene riconosciuto: ossia, la tutela delle persone disabili.
Infatti, il comma 3 dellart. 33 della Legge 104 non pone un collegamento di tipo strettamente temporale tra la fruizione del permesso e la prestazione di assistenza: ossia, luso di questi permessi non deve avvenire durante lintero orario di lavoro, ma almeno durante larco della giornata (in questo senso, anche Cass., ord. n. 7306 del 2023).
In realtà, la normativa pone un collegamento di tipo funzionale tra il godimento del permesso e le necessità e i doveri che caratterizzano lattività di assistenza delle persone disabili in situazione di gravità.
Peraltro, il Tribunale ha evidenziato come lassistenza debba essere valutata in modo flessibile: cioè, lesistenza di un diretto nesso causale tra la fruizione del permesso e lassistenza al disabile è da intendere come chiara e inequivoca funzionalizzazione del tempo – liberato dallobbligo lavorativo – alla preminente soddisfazione dei bisogni del disabile.
In tal modo, si possono considerare anche i bisogni personali e familiari del lavoratore, nonché lintegrità del suo equilibrio psico-fisico (in osservanza dei principi costituzionali della tutela della salute e di solidarietà familiare).
In sintesi, labuso cè quando manca completamente un nesso causale tra lassenza dal lavoro e lassistenza al disabile.
Nel caso analizzato dal Tribunale di Ascoli Piceno, la lavoratrice non godeva dei permessi per esigenze del tutto opposte rispetto allassistenza della madre disabile e, comunque, svolgeva compiti che costituivano unutilità per la persona disabile.
Quali sono le conseguenze per il datore quando il licenziamento è ritenuto illegittimo?
In questo caso, il rapporto di lavoro va dichiarato estinto con effetto dalla data del licenziamento e il lavoratore non viene reintegrato, ma il datore dovrà essere condannato al pagamento di unindennità risarcitoria.
Il Tribunale ha anche precisato che questa indennità, calcolata su vari fattori (come, ad esempio, la dimensione dellazienda e lanzianità di servizio del dipendente), si può equamente determinare in sei mensilità dellultima retribuzione globale di fatto.
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